mercoledì 18 maggio 2011

La prudenza

Quante volte è capitato praticare questa virtù senza saperlo! Ecco alcune occasioni in cui si è esercitata questa virtù senza saperlo, quando la moglie rivolta al marito che va al lavoro dice: «Mi raccomando, non correre”. Con più forza la mamma ripete al figlio, quando esce: «Fa attenzione e non tornare troppo tardi”. Tante volte i giovani si sentono dire: «Divertitevi, non fatevi male, state attenti, mi raccomando!”.
Ci vuole Prudenza nella guida dell’auto, nei divertimenti, nel lavoro. Prudenza nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale, per non perdere del tempo prezioso, sia per non lasciarsi coinvolgere da spettacoli che possono turbare la serenità del cuore e della mente. Prudenza in tutto anche nelle amicizie e in particolare nella scelta della persona con la quale trascorrere tutta la vita. Molti matrimoni che si sfasciano già dopo pochi mesi. Prudenza nel parlare, evitando soprattutto le chiacchiere inutili, i giudizi affrettati, le mormorazioni, le calunnie.
La Prudenza invita l’uomo a discernere in tutto quello che pensa e che fa, per non pentirsi quando è troppo tardi. L’uomo vuole conoscere distintamente ogni particolare, si mette a valutare tutte le situazioni pro e contro. Per discernere bene bisogna usare il giudizio, l’intelligenza, il buon senso e anche il sentimento, ma mai lasciarsi guidare dall’egoismo, dalla rabia o dalla superbia.
La Prudenza è dunque il retto discernimento delle azioni umane. Un discernimento, quindi, che non deve nuocere né a chi compie l’azione né agli altri. La Prudenza deve sì essere guardinga, attenta, ma non deve sottovalutare la lealtà e l’onestà. La Prudenza ci vuole non solo quando uno difende se stesso ma anche per difendere gli altri. In questo caso la Prudenza diventa saggezza che agisce come virtù morale e che è l’abitudine di fare il bene. La virtù della Prudenza si acquista ripetendo atti buoni.
L’episodio di Davide e Golia ci offre un grande insegnamento della virtù della Prudenza. Golia, con superbia e spavalderia gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche”. Davide rispose: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai insultato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. E tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele” (I Samuele 17,44-46).
E Davide «ebbe il sopravvento su Golia con la fionda e con la pietra”, Davide non si fida dei suoi mezzi per abbattere il gigante Golia, ma mette tutta la sua fiducia nella potenza del Dio d’Israele.
Dal Re Davide impariamo anche noi ad avere Dio come nostro consigliere, perché è Lui che arriva là dove noi non arriviamo. Per questo ringraziamolo sempre con tutto il cuore.
Nella dottrina cattolica la Prudenza è la prima delle Virtù Cardinali. Grazie ad essa il cristiano, con l’aiuto dello Spirito Santo, è capace di discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male e trova la luce e la forza per conseguire la propria salvezza.
Il cristiano, veramente credente, ha ricevuto attraverso il Vangelo, un insegnamento e una forza tale, che sono la sicurezza di una buona riuscita sia nella vita presente che in quella futura. Per noi il Vangelo è Gesù Cristo stesso. Quando Gesù ci esorta a pregare e a vigilare, egli ci dona la forza necessaria per esercitare la virtù della Prudenza nei nostri pensieri e nelle nostre azioni, sì da appagare e realizzare tutta la persona. Alla luce del Vangelo, la Prudenza diventa quella piccola pausa di riflessione che ci impedisce di essere precipitosi nel giudicare, nel condannare e nel prendere decisioni affrettate, e non entrare nella funesta sfera dell’ira. (Il detto umano: prima di rispondere conta fino a dieci). La grande saggezza umana!
La virtù della Prudenza è piena della Sapienza divina, è il primo grande dono dello Spirito Santo.
Dal concepimento di Gesù, nel grembo purissimo di Maria, fino all’ultimo suo respiro e alla sua Risurrezione, tutta la sua vita è guidata dello Spirito Santo. Da fanciullo nel Tempio tutti si meravigliavano della sua Prudenza. Le sue risposte erano piene di saggezza, e conoscendo bene il piano di salvezza del Padre suo, a Giuseppe e Maria rispose: «Devo occuparmi delle cose del Padre mio». La Prudenza di Cristo è arrivata al massimo, alla follia della Croce, proprio come dice San Paolo nella prima lettera Corinzi: «La Croce, per quelli che si salvano, è potenza di Dio».
Gesù fa tutto per obbedienza al Padre che lo ha mandato come Salvatore del mondo. Ma nel suo grande amore per noi peccatori, liberamente, si è offerto alla sua passione di Croce e così ha salvato tutta l’umanità. La perfetta Prudenza è sempre al servizio della carità e porta a guadagnare la vita eterna, per noi e per gli altri. Unendoci a Gesù Cristo nell’osservanza dei comandamenti e nel portare la propria Croce, a volte pesante, anche noi collaboriamo alla salvezza del mondo. Noi sappiamo bene che questa Prudenza non è conquista umana ma è una dote di chi è docile allo Spirito Santo.
«Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Filippesi, 2,5-11).

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