sabato 31 dicembre 2011

CATECHESI SULLA VITA: FESTA DEI SANTI INNOCENTI MARTIRI

La chiesa universale, la chiesa cristiana ha celebrato la festa dei Santi Innocenti Martiri. Da questa festa è scaturita la mia considerazione sulla difesa della vita. Ho fatto ricorso a diverse fonti che trattano questo argomento e sulla minaccia-pericolo che viene portato alla vita nascente con l’aborto. Secondo le statistiche, in tutto il mondo sono oltre 50 milioni gli aborti legalizzati in un anno, in Italia sono oltre 150 mila i non nati per l’aborto. 
Per un peccato non commesso, è la mia certezza, si attirano infinite benedizioni di Dio su tutto il creato. Come per ogni peccato che viene commesso, si attirano infinite maledizioni su tutto il creato.
Il peccato che l’uomo commette è la causa di tutti i mali che oggi schiavizza l’umanità. Il peccato dell’aborto, subito dopo la bestemmia, sono le principali cause dei mali.
La Chiesa onora come martiri questo coro di fanciulli, vittime del crudelissimo re Erode, per scrivere col loro sangue la prima pagina dell'albo d'oro dei martiri cristiani e meritare la gloria eterna secondo la promessa di Gesù: "Colui che avrà perduto la sua vita per causa mia la ritroverà". Fanciulli, ignari di tutto, che onorano Dio non con la parola ma con la loro vita.
Questa festa deve far meditare tutti, con il cuore non con la mente, sulla situazione attuale, sul male enorme che procura l’aborto. Peccato che soffoca, uccide la vita prima che questa nasca.
Il comandamento NON UCCIDERE, che deve essere rispettato da tutti anche come legge naturale oltre che divina, oggi è sistematicamente violato senza provocare alcuna reazione!
Siamo di fronte a una strategia molto sofisticata, che rende "digeribile" al credulone l'uccisione volontaria di un bambino non ancora nato.
L’aborto è antico quanto l’omicidio, solo che i modi con cui veniva procurato erano ritenuti metodi leciti per liberarsi del feto concepito. In generale in tutte le società pagane questo crudele omicidio era praticato senza che la legge lo proibisse. Il feto infatti era considerato proprietà della madre e di nessun’altro.
Soltanto con l’imperatore Giustiniano l’aborto fu dichiarato vero e proprio omicidio. Con l’avvento del Cristianesimo, riconosciuto come religione dello stato, tale pratica pagana venne severamente riprovata. La Chiesa aggravò le pene per l’aborto e riuscì ad estirpare questo nefando delitto.
Ma nel XIX secolo e molto più nel presente secolo, tempo in cui la società si è impregnata di un nuovo paganesimo, la questione dell’aborto è esplosa ancora più virulenta, prendendo la forma di una dolente piaga generale. La maggior parte degli stati del mondo, Italia compresa, hanno aderito ad una politica di morte che in nome, di inesistenti diritti, ha reso "legale" l’aborto. La Chiesa, per il mandato del suo Fondatore Gesù Cristo, ha parlato chiaramente in favore della vita, degli oppressi e dei bambini e ha più volte dichiarato solennemente l’immoralità di questo crimine, rinnovando con vigore, di papato in papato, la sua condanna.
Tutti quelli che si ritengono cristiani e osservanti dei comandamenti, debbono fare sempre una campagna viva sulla difesa della vita fin dal grembo materno. Il feto nel grembo della madre è già una vita creata da Dio con la collaborazione dei coniugi. Se Dio ha voluto questa vita, la dobbiamo difendere, perché non sappiamo perché Dio ha voluto la vita dall’unione dei coniugi. Certamente non l’ha voluta per fare soffrire il nascituro!