La chiesa universale, la chiesa
cristiana ha celebrato la festa dei Santi Innocenti Martiri. Da questa festa è
scaturita la mia considerazione sulla difesa della vita. Ho fatto ricorso a
diverse fonti che trattano questo argomento e sulla minaccia-pericolo che viene
portato alla vita nascente con l’aborto. Secondo le statistiche, in tutto il
mondo sono oltre 50 milioni gli aborti legalizzati in un anno, in Italia sono
oltre 150 mila i non nati per l’aborto.
Per un peccato non commesso, è la mia
certezza, si attirano infinite
benedizioni di Dio su tutto il creato. Come per ogni peccato che viene
commesso, si attirano infinite
maledizioni su tutto il creato.
Il peccato che l’uomo commette è la
causa di tutti i mali che oggi schiavizza l’umanità. Il peccato dell’aborto,
subito dopo la bestemmia, sono le principali cause dei mali.
La Chiesa onora come martiri questo
coro di fanciulli, vittime del crudelissimo re Erode, per scrivere col loro sangue
la prima pagina dell'albo d'oro dei martiri cristiani e meritare la gloria
eterna secondo la promessa di Gesù: "Colui che avrà perduto la sua vita per
causa mia la ritroverà". Fanciulli, ignari di tutto, che onorano Dio non con la
parola ma con la loro vita.
Questa festa deve far meditare tutti,
con il cuore non con la mente, sulla situazione attuale, sul male enorme che
procura l’aborto. Peccato che soffoca, uccide la vita prima che questa nasca.
Il comandamento NON UCCIDERE, che deve essere
rispettato da tutti anche come legge naturale oltre che divina, oggi è sistematicamente violato
senza provocare alcuna reazione!
Siamo di fronte a una strategia molto
sofisticata, che rende "digeribile" al credulone l'uccisione volontaria di un
bambino non ancora nato.
L’aborto è antico quanto l’omicidio,
solo che i modi con cui veniva procurato erano ritenuti metodi leciti per liberarsi
del feto concepito. In generale in tutte le società pagane questo crudele
omicidio era praticato senza che la legge lo proibisse. Il feto infatti era
considerato proprietà della madre e di
nessun’altro.
Soltanto con l’imperatore Giustiniano
l’aborto fu dichiarato vero e proprio omicidio. Con l’avvento del Cristianesimo,
riconosciuto come religione dello stato, tale pratica pagana venne severamente
riprovata. La Chiesa aggravò le pene per l’aborto e riuscì ad estirpare questo
nefando delitto.
Ma nel XIX secolo e molto più nel
presente secolo, tempo in cui la società si è impregnata di un nuovo paganesimo,
la questione dell’aborto è esplosa ancora più virulenta, prendendo la forma di
una dolente piaga generale. La maggior parte degli stati del mondo, Italia
compresa, hanno aderito ad una politica di morte che in nome, di inesistenti
diritti, ha reso "legale" l’aborto. La Chiesa, per il mandato del suo Fondatore
Gesù Cristo, ha parlato chiaramente in favore della vita, degli oppressi e dei
bambini e ha più volte dichiarato solennemente l’immoralità di questo crimine,
rinnovando con vigore, di papato in papato, la sua
condanna.
Tutti quelli che si ritengono
cristiani e osservanti dei comandamenti, debbono fare sempre una campagna viva
sulla difesa della vita fin dal grembo materno. Il feto nel grembo della madre è
già una vita creata da Dio con la collaborazione dei coniugi. Se Dio ha voluto
questa vita, la dobbiamo difendere, perché non sappiamo perché Dio ha voluto la
vita dall’unione dei coniugi. Certamente non l’ha voluta per fare soffrire il
nascituro!