mercoledì 18 maggio 2011

La fortezza

La virtù della fortezza vince ogni paura, anche la paura della morte. Ho avuto un colloquio con una signora alla vigilia di una operazione difficile al cuore che doveva affrontare il giorno seguente. Era forte e coraggiosa. Si vedeva che lo Spirito Santo aveva lavorato in lei. Le uniche sue paure erano le cose di questo mondo, le guerre, le persecuzioni, ma di morire e d’incontrarsi con Dio, no! Era serena e sorrideva, anche, quando ci siamo dati l’arrivederci ancora qui in terra se a Dio fosse piaciuto.
I cristiani che hanno ricevuto il coraggio dallo Spirito Santo di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della vita per difendere la propria fede, sono innumerevoli, e molti anche in questi nostri giorni. Vorrei ricordare qui i Santi martiri salesiani, Mons. Luigi Versiglia e Don Luigi Caravario, uccisi in Cina nel 1930 in odio alla fede. E ricordiamo anche la Santa Edith Stein, ebrea, cristiana, carmelitana, martirizzata nelle camere a gas ad Auschwitz nel 1942, proclamata da Giovanni Paolo II Patrona d’Europa.
Quando parliamo della virtù della fortezza non intendiamo la forza d’animo, l’energia morale per cui uno vuole e può conseguire la meta che si è prefissa, né del coraggio e del valore nei combattimenti. Nella Bibbia la virtù della fortezza ha un ruolo molto importante quando, appunto, viene evidenziata la forza e la potenza che Dio possiede in abbondanza e che dona al suo popolo. Così viene cantato il passaggio del Mar Rosso: Io canterò al Signore perché si è mirabilmente manifestato. Ha rovesciato in mare cavallo e cavaliere. Il Signore è la mia forza e la mia salvezza. Egli è il mio Dio e lo voglio esaltare, è il Dio di mio padre e lo voglio glorificare.
Per il battezzato la fortezza è un dono che viene da Dio. San Paolo colpito terribilmente da Satana si rivolge con fede al suo Signore per esserne liberato. “Ma egli mi ha detto: La mia grazia ti basta; la mia forza trionfa nella debolezza”. La grazia di Dio è l’amicizia che ci lega con Lui, e per essa ci viene donata la fortezza capace di vincere ogni ostacolo, ogni tentazione. Allora preghiamo con fede viva, nelle prove, nelle lotte contro il nemico, nelle debolezze, nelle fragilità della natura umana, negli abbattimenti del nostro spirito. La grazia del Signore Gesù è potenza divina e non ci mancherà mai, perché Dio guarda gli umili. “Se ciò che è debolezza è più forte degli uomini” e di tutte le loro vanterie, che cosa sarà quando egli dispiegherà tutta la sua potenza? E, per di più, “Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” .
Battezzati in acqua e Spirito Santo noi riceviamo forza dallo stesso Spirito per essere veri testimoni del Signore Gesù. San Paolo scrive così al suo discepolo Timoteo.
Non è fortezza cristiana il prendere decisioni ardue e non sapersi tirare indietro di fronte ai pericoli, per esempio correre troppo forte in auto o in moto, fare escursioni in montagna senza considerarne le insidie, o usare il denaro senza pensare al futuro.
Non è fortezza cristiana usare il proprio carattere forte per dominare sugli altri, per esempio dettar legge in famiglia o nei raduni, voler vincere sempre nelle discussioni, persistere nei propri atteggiamenti poco civili. Non è fortezza cristiana il non saper perdonare mai, tentando anche la via della ritorsione e della vendetta, perché ci sentiamo superiori agli altri.
Invece è virtù cristiana la fortezza, dono dello Spirito Santo, quando uno sa valutare i pericoli, segue le regole stradali e prende consiglio, per rispettare la propria e altrui vita e per ben amministrare le risorse della propria famiglia. È pure fortezza cristiana modellare il proprio carattere, scegliendo con sincerità la via del confronto e del dialogo, in tutte le discussioni, considerando gli altri persone umane e figli di Dio.
È ancora fortezza altamente cristiana il perdonare sempre in tutte le situazioni. Possiamo chiedere che la giustizia umana faccia il suo corso, ma l’odio nel cuore del cristiano non deve regnare.
Insomma, la virtù della fortezza non la si dimostra con la temerarietà, che mette tutto a rischio, e neppure con la presunzione di essere già perfetti. E inoltre, la vera fortezza non è ambiziosa oltre misura, né vanagloriosa rivestendosi di meriti e di virtù che non ha.

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